Eva Domenici, pastora del Campallorzo.
La testimonianza nel libro di Manuela Giannecchini
Eva Domenici abita al Campallorzo, ed è una sorta di custode dell’Alpe. E’ solita dire che lei è la guardiana, ma i padroni sono i cani che la circondano, simili a lupi, guardinghi e sospettosi. La sua vita trascorre ancora secondo i ritmi delle stagioni, seguendo la luce del sole e le necessità degli animali che la circondano. Da poco tempo ha perso il fratello Ivo, scomparso a 78 anni, senza aver mai messo piede in ospedale. Anche Eva, nonostante qualche capello grigio, ha più energia di una quarantenne, uno spirito arguto e vivace, sempre vigile, curioso ed attento.
Quando i dolori erano gravi al Campallorzo si doveva chiamare il dottore, altrimenti ci si arrangiava con i rimedi naturali, tramandati da generazioni. Se si avevano bruciori o disturbo di di urina si beveva un decotto di gramigna. Anche l’acqua ottenuta lessando l’ortica era buona per ripulirsi...............
(da completare)
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La mattina di San Giovanni, c’era chi si alzava presto e si andava a rotolare nella guazza perché si diceva che era curativa. Sempre in quella mattina, alcuni anziani coglievano i fiori di sambuo e li mettevano seccare.
C’erano poi altre erbe che venivano invece cucinate: i cavoletti, l’erba ugellina, il grugno porcino, la cicerbita, le lacciue che ormai non si trovano più nei campi.
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