domenica 21 dicembre 2014

Nell'introitus della IV domenica di Avvento ascoltiamo l'invocazione accorata dal libro del profeta Isaia Rorate, coeli, désuper, et nubes pluant iustum: aperiátur terra, et gérminet Salvatórem.
E' il grido di un popolo che ha sete della salvezza.



Il liberatore, il Messia promesso dai profeti certo verrà, non tarderà. Ma il popolo deve affrettarne la venuta col desiderio forte e soprattutto con la conversione dei cuori. Nella liturgia preconciliare della domenica che subito precede il Natale ascoltiamo ancora le parole del Battista: Paráte viam Dómini: rectas fácite sémitas eius: omnis vallis implébitur: et omnis mons et collis humiliábitur. Sta a noi comprendere quali siano le valli da ricolmare e le alture da ripianare.


La Chiesa di Badia di Camaiore, in stile romanico, è orientata secondo l'uso antico con l'abside verso est, dove sorge il sole. Il termine stesso orientare richiama proprio la parola oriens, oriente, luogo dove nasce il sole. Durante la celebrazione liturgica del mattino, nel periodo invernale, più o meno all'inizio del prefazio, quel che una volta era il "sursum corda" la luce del sole penetra forte dalla stretta monofora centrale dell'abside richiamandoci la venuta del Signore che al canone scenderà vivo sull'altare rinnovando l'eterno sacrificio. Oriens ex alto che verrà a visitarci ad illumiinare his qui in tenebris et in umbra mortis sedent.





Il Benedictus è un cantico tipicamente natalizio: annunzia la luce che nasce nella notte, quando è silenzio e tutto dorme e gli uomini siedono nelle tenebre e nell'ombra. Il termine latino sedens è particolarmente efficace, designa la stanchezza, l'oppressione di chi si è ormai arreso, non ha più prospettive e allora siede, triste in un angolo senza più scopo nè desiderio di riprendere il cammino. Mi tornano alla mente  le note della cantata di Bach Aus der Tiefen rufe ich, Herr, zu dir. Il De profundis, salmo sul quale è costruita la cantata, non è solo un salmo penitenziale o destinato all'Ufficio dei defunti, è invocazione forte a Dio - tipica dell' Avvento,  perchè venga con la sua Luce a dissolvere le nebbie dell'incredulità e del peccato.  
Oggi più che mai abbiamo bisogno d'invocare con la vita quel sole che restituisca all'uomo la bellezza della razionalità, della verità, della giustizia.



  

venerdì 18 ottobre 2013

Forato, 17 ottobre


Camminare in montagna non significa solo fare un salutare esercizio fisico; occorre anche fermarci ed osservare. I tratti di sentiero nel bosco, ora coperti d'un tappeto di foglie cadute tra le quali affiora qua e là il grigio della pietra; e  percorrendo il sentiero di cresta scorgere con stupore un albero che con sue radici si abbarbica sulla roccia, quasi ad evocare minacciosa l'immagine di una strana creatura mostruosa. E ancora lungo il sentiero di vetta osservare il verde del ginepro che qui cresce così in abbondanza. Finalmente vedere sotto l'arco il trascorrere veloce delle nubi che l'attraversano mentre la luce del sole penetrando tra gli alberi, davanti a te, disegna i suoi raggi nell'aria.
E' un susseguirsi di immagini e sentimenti che vengono per risvegliare il "bello" che è anche in te.




Scriveva  Solzenicyn «Questa antica triunità della Verità, del Bene e della Bellezza non è semplicemente una caduca formula da parata, come ci era sembrato ai tempi della nostra presuntuosa giovinezza materialistica. Se, come dicevano i sapienti, le cime di questi tre alberi si riuniscono, mentre i germogli della Verità e del Bene, troppo precoci e indifesi, vengono schiacciati, strappati e non giungono a maturazione, forse strani, imprevisti, inattesi saranno i germogli della Bellezza a spuntare e crescere nello stesso posto e saranno loro in tal modo a compiere il lavoro per tutti e tre»

Oppressi e sovente abbruttiti dagli affanni quotidiani senza mai aver tempo....tornando a casa ora puoi fermarti a riscoprire la bellezza nel tuo rapporto con chi ti sta vicino.


domenica 6 ottobre 2013

Escursione Stazzema-Porchette-Forato (giugno 2012)



Ho rivisto in questi giorni le foto di una mia escursione sul monte Forato del giugno 2012.
La giornata era bellissima, limpida e il tragitto percorso ci ha consentito così di collezionare immagini stupende.
Siamo partiti da Stazzema percorrendo il sentiero n. 6 che porta alla foce di Petrosciana, ma anziché raggiungerla direttamente, giunti a  Fonte Moscoso ci siamo diretti verso la foce delle Porchette e di qui per il sentiero 109 dopo un primo tratto in ripida discesa tra rocce abbiamo raggiunto la foce di Petrosciana ed il Monte Forato. Particolarmente suggestiva la prospettiva del Procinto che ci offre il 109, che ad un certo punto prosegue ai piedi di un tratto di parete verticale a strapiombo del Croce. Scendendo poi dal monte Forato per il sentiero 131 ci sorprende la vista della mole del Croce, in questa stagione ancora coperta da un manto di verde.  Siamo discesi nuovamente per il 106, breve sosta per un caffè a Casa Giorgini e infine giunti a Stazzema una visita al Santuario della Madonna del Piastraio, riaperto al culto pochi giorni prima, il 25 maggio del 2012
Marginetta alla foce delle Porchette



tratto iniziale del sentiero subito dopo le Porchette





Globularie sulla vetta del Forato



Vista del Monte Croce lungo il sentiero


la foce di Petrosciana





venerdì 4 ottobre 2013

Monte Croce da Palagnana



Giovedì 3 ottobre, nonostante previsioni di cielo coperto date solo due giorni prima, il cielo è terso; decido di raggiungere la vetta del Monte Croce partendo da Palagnana, breve e facile escursione, ma che presenta il vantaggio di una piacevole salita su sentiero aperto con stupenda vista sulle Panie da un versante e su Piglione, Prana, Matanna e poi Nona, dall'altro. Incontro molte persone in giro fin dal primo mattino a far funghi. Il sentiero percorso è il 135 con inizio circa 500 metri oltre la Chiesa (località Il Pioppo, altezza 928 metri). Di lì percorrendo poi il 108 e la dolce cresta su questo versante arrivo in poco meno di un'ora alla Croce.

Dopo circa 1 ora di sosta nella quale ho potuto godere in silenzio lo stupendo panorama, ci raggiunge un piccolo gruppo del CAI di provenienza da Sestri Levante. Questi son saliti da Stazzema alle Porchette e poi in vetta per "le scalette", itinerario molto suggestivo e decisamente più faticoso del mio. Scendo tranquillamente sullo stesso percorso di andata anche se sarebbe possibile "fare un anello" con discesa alle Porchette per le scalette e poi 108 fino a ricongiungerci col 135.











Il Matanna







Piglione e Prana










il Procinto e sullo sfondo il paese di Farnocchia tra Gabberi e Lieto







il gruppo CAI di Sestri Levante






il bellissimo sentiero nel bosco al rientro



Cippo al confine tra Granducato di Toscana (GDT) e Ducato di Modena (DM)