sabato 12 gennaio 2013

Sorgenti e abbeveratoi


Cenni di storia locale

SORGENTI E ABBEVERATOI

Secondo quanto risulta dagli archivi del comune di Camaiore, nel XV secolo, esistevano sui nostri monti i seguenti abbeveratoi :
ALL’ALPE : e cioè alle pendici del Prana,poco sopra l’attuale incrocio dei sentieri 101 e 104, alla Foce di Campallorzo,s ulla destra del sentiero che prosegue verso la cima.

Attualmente in questa posizione c’è ancora una bella e copiosa sorgente perenne, che butta anche nel pieno dell’estate.

ALL’ACQUA CHIARA : lungo il sentiero 112 da Casoli alla Foce di Campallorzo, detto della “scala santa”. Siamo anche in questo caso sui pendii del Prana e la località è nominata tuttora “all’acqua chiara”. La  sorgente è perfettamente attiva tutto l’anno.

A RIPRADINA : si trova nell’imbuto prativo che precede la Foce del Termine,sul sentiero 2 da Casoli, detto delle Fontanacce.

Oggi esistono numerose piccole sorgenti che alimentano un ruscelletto fra gli ontani,che poi inizia a precipitare in cascatelle fra le rocce,dando vita ad uno dei rami che alimentano il Rio di Candalla.

Inoltre negli statuti del comune del 1470 si legge  testualmente le seguente ordinanza :

…….che li abbeveratoi dell’Alpe, di Acquachiara, et  quello di Ripratori non li possi seminare, né appresso a quelli braccia LX, et nessuno possi accusare per danno dato, appresso a braccia sexanta a dicti abeveraatoi et quelli semineranno fora delle braccia sexanta siano tenuti lassare le vie che comodamente si possi con il bestiame andare a dicti abbeveratoi…….

Sebbene con qualche impegno di traduzione di questa primitiva ma bellissima prosa burocratica,molte parole della quale ancora in uso sui monti, si riesce a comprendere il senso della disposizione comunale, con il fine di garantire alle greggi e alle mandrie il corretto ed agevole accesso alle fonti.


Infine una divertente curiosità,fuori tema,che risulta anch’essa dagli statuti del comune di Camaiore, in questo caso del 1612, in cui si specificano i diversi casi di ineleggibilità alle cariche pubbliche :

……..prohibita et inhabile qualsivoglia persona che notoriamente fusse sciocca et di poco giuditio et debole di cervello, item qualsivoglia persona vile et infame……..

Ringraziamo i nostri antenati per questa stupenda definizione, espressa in un linguaggio rude e senza giri di parole superflue, davvero molto apppropriato, in modo che nessuno possa avere dubbi sul suo significato.

Dopo quattro secoli,pur con un vocabolario di termini più aggiornati, il nostro spirito non è poi molto cambiato, se preferiamo ancora esprimerci , spesso a muso duro ,senza tanti fronzoli, andando diritti al nocciolo delle questioni, con perfetta onestà di intenti : insomma pane al pane e vino al vino,come si usa dire.
Novembre 2012

Marcello Stagetti (amici della Montagna, Camaiore)

 

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