sabato 28 settembre 2013

ESCURSIONE AL MATANNA (24 SETTEMBRE 2013)

Libero da impegni di lavoro, il cielo del primo mattino terso anche se le previsioni danno annuvolamenti a partire dalla costa, oggi abbiamo deciso una breve escursione sulle Alpi meridionali . Sono tuttavia un po’ rattristato perché, pur avendo messo  un avviso su facebook per trovare compagnia, ancora una volta mi trovo a camminare da solo. A dire il vero io cammino volentieri in solitudine, però c’è sempre il pensiero che possa verificarsi un imprevisto. Ho deciso  perciò di salire al Matanna percorrendo uno dei sentieri che ben conosco lasciando a casa le informazioni più dettagliate  sui tratti percorsi e sui tempi di percorrenza. Parcheggio poco sopra Casoli, circa a 800 metri dal centro del paese e prima di scendere per il sentiero attendo un poco, guardo in giro quasi aspettassi di incontrare qualcuno. Passano alcuni istanti e vedo un signore con zaino in spalla e bastoni: è solo… e certamente percorrerà la stessa strada. Dove vai? -  gli chiedo -  A Matanna!  - Anch’io,  vuoi che andiamo insieme?
E così partiamo.
Mario, quasi dieci anni più anziano di me, fa parte del CAI di Lucca e mi dice che spesso va solo, decidendo sul momento quando vede la giornata propizia. Del resto per andare sui monti non bisognerebbe  fare programmi; quando la giornata è bella e ti senti in forma, se puoi devi decidere sul momento. E’ proprio così che lo scorso anno potei fare una delle più belle escursioni in Pania in una giornata molto limpida. Mario mi spiega che salirà per la via di Grotta all’Onda perché più bella sotto l’aspetto naturalistico.  Davvero? -  gli chiedo - e sono contento di incamminarmi per un tratto a me nuovo.
Saliamo a sinistra per alcuni tornanti dopo la marginetta di San Rocco dalla quale si diparte il n.2 (andando a dritto la scala santa ci porterebbe invece alla focetta di san Vincenzo, sotto il Prana). Attraversiamo dapprima un torrente e dopo alcuni minuti ecco il segnale giallo su una roccia che ci indica la via per la grotta. Vicino c’è una piccola sorgente. Il sentiero non è numerato né segnato. In breve ci troviamo a salire tra suggestive rocce e una vegetazione ricca di pungitopo giungendo poi alla grotta. Non la rivedevo da qualche anno: resto ammirato dall’imponenza della parete rocciosa con le fronde degli alberi che si affacciano quasi ad osservarti dall’alto sopra la falesia. Il sole  del mattino illumina piacevolmente la parete di roccia  davanti a noi. Una breve sosta nell’antro e poi ancora saliamo su una traccia visibile ma non segnata, incrociando altri sentieri, ma procedendo sempre in salita. Il percorso non è facile, da solo non sarei capace di orientarmi. Camminiamo ancora e dopo un po’ si apre la vista sul colle delle Prata e riconosco la zona che percorro usualmente sul  sentiero 3 verso Tricucce. Non siamo al n.3, dobbiamo ancora camminare, incontriamo alcune  vecchie abitazioni di pastori e finalmente incrociamo il sentiero.
Decidiamo allora di non portarci alla foce del Pallone ma di salire percorrendo un sentiero più alto che volendo ci consente di raggiungere direttamente la cresta sud-sud/ovest  (SSO) del Matanna. La traccia è qui ben visibile, sebbene ancora non segnata, e nel primo tratto sale piuttosto ripida ma per farsi poi più dolce. Incontriamo cornioli e querce, immersi in un paesaggio incontaminato, costantemente accompagnati dalla vista  del Matanna. Il mio sguardo si posa a più riprese sul monte, ne ammiro il profilo coi tre “salti”  che segnano in modo caratteristico la cresta SSO. Non la percorreremo questa volta, ma ci ricongiungeremo più avanti col tratto di cresta che sale dal Pallone. Intanto  a sinistra scorgiamo alcune rocce bianche che spiccano sul fondo azzurro del cielo e lungo il sentieroavvertiamo a tratti l'aroma della santoreggia in fiore. Solo voltandoci indietro,  la presenza di nubi in una giornata insolitamente calda ci impedisce di godere la vista della marina.  Ora vediamo  su una roccia la scritta che ci indica Toggiano, di là è possibile scendere, se ben comprendo, verso il 121 che collega la foce di Grattaculo col rifugio Forte dei Marmi.  Quando raggiungiamo la cresta del Matanna si avverte un po’ di fatica, ma non molta. Procedendo a passo regolare i sassi rosa del monte ci dicono che ormai siamo prossimi alla croce.
 

Arriviamo dopo  tre ore di tranquillo cammino e possiamo un po’ riposarci godendo una discreta vista sulle Panie, sul Sumbra in lontananza e più vicino davanti a noi sulla parete verticale del Nona dalla quale si stacca il Procinto. Il Prana è nascosto dalle nubi che invece lasciano  a tratti percepire la sagoma del Piglione, il paese di Farnocchia si scopre ad un tratto tra la foschia, adagiato sulle pendici del Lieto.  Giù la vista spazia sui paesi di  Pomezzana, Stazzema, Volegno e Pruno
Torneremo scendendo verso il Callare, con un po’ di attenzione ; un caffè all’Alto Matanna e poi andremo al Pallone e di lì alla foce del Termine col sentiero 101. All’albergo incontriamo alcune persone, poche in verità; una ragazza ci chiede informazioni per salire in vetta, intanto le nubi si sono addensate e temiano che arrivata alla croce potrà vedere ben poco a quest’ora. Acquisto una forma di buon pecorino e subito in viaggio  per il ritorno.
In discesa, oltrepassata la Foce del Pallone, un attimo di distrazione ci porta fuori sentiero; in realtà recuperiamo subito la traccia, mal visibile, del  vecchio sentiero non più battuto che ci consentirà in breve  di raggiungere ugualmente la foce del Termine. Di lì scendiamo  passando prima  nel mezzo di una ricca vegetazione di felci,  poi nel bel tratto di Ripradina fino a raggiungere in poco più di un’ora l’auto al punto di partenza.

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