Cenni di
storia locale
SORGENTI E
ABBEVERATOI
Secondo quanto risulta dagli archivi del comune di Camaiore, nel XV secolo,
esistevano sui nostri monti i seguenti abbeveratoi :
ALL’ALPE : e cioè alle pendici del
Prana,poco sopra l’attuale incrocio dei sentieri 101 e 104, alla Foce di
Campallorzo,s ulla destra del sentiero che prosegue verso la cima.
Attualmente in questa posizione c’è
ancora una bella e copiosa sorgente perenne, che butta anche nel pieno
dell’estate.
ALL’ACQUA CHIARA : lungo il sentiero
112 da Casoli alla Foce di Campallorzo, detto della “scala santa”. Siamo anche
in questo caso sui pendii del Prana e la località è nominata tuttora “all’acqua
chiara”. La sorgente è perfettamente
attiva tutto l’anno.
A RIPRADINA : si trova nell’imbuto
prativo che precede la Foce del Termine,sul sentiero 2 da Casoli, detto delle
Fontanacce.
Oggi esistono numerose piccole
sorgenti che alimentano un ruscelletto fra gli ontani,che poi inizia a
precipitare in cascatelle fra le rocce,dando vita ad uno dei rami che
alimentano il Rio di Candalla.
Inoltre negli statuti del comune del
1470 si legge testualmente le seguente
ordinanza :
…….che li abbeveratoi dell’Alpe, di
Acquachiara, et quello di Ripratori non
li possi seminare, né appresso a quelli braccia LX, et nessuno possi accusare
per danno dato, appresso a braccia sexanta a dicti abeveraatoi et quelli
semineranno fora delle braccia sexanta siano tenuti lassare le vie che
comodamente si possi con il bestiame andare a dicti abbeveratoi…….
Sebbene con qualche impegno di
traduzione di questa primitiva ma bellissima prosa burocratica,molte parole
della quale ancora in uso sui monti, si riesce a comprendere il senso della
disposizione comunale, con il fine di garantire alle greggi e alle mandrie il
corretto ed agevole accesso alle fonti.
Infine una divertente curiosità,fuori
tema,che risulta anch’essa dagli statuti del comune di Camaiore, in questo caso
del 1612, in cui si specificano i diversi casi di ineleggibilità alle cariche
pubbliche :
……..prohibita et inhabile
qualsivoglia persona che notoriamente fusse sciocca et di poco giuditio et
debole di cervello, item qualsivoglia persona vile et infame……..
Ringraziamo i nostri antenati per
questa stupenda definizione, espressa in un linguaggio rude e senza giri di
parole superflue, davvero molto apppropriato, in modo che nessuno possa avere
dubbi sul suo significato.
Dopo quattro secoli,pur con un
vocabolario di termini più aggiornati, il nostro spirito non è poi molto
cambiato, se preferiamo ancora esprimerci , spesso a muso duro ,senza tanti
fronzoli, andando diritti al nocciolo delle questioni, con perfetta onestà di
intenti : insomma pane al pane e vino al vino,come si usa dire.
Novembre 2012
Marcello Stagetti (amici della Montagna, Camaiore)
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